Il talento di Riccardo Cocciante dagli esordi alla fama
Il talento di Riccardo Cocciante ha radici italiane, in tutto e per tutto. Ma non viene subito notato. Inizia a suonare nei locali di Roma, giovanissimo, cambiando il cognome in Conte. Con questa identità incide un primo 45 giri, che non trova attenzione. Forse perchè canta in inglese. Anche quando passa all’italiano, la sua qualità ha bisogno del momento giusto per emergere. E arriva. Sono gli anni Settanta. Quelli di Bella senz’anima, di Margherita. Gli anni in cui comincia ad entrare in classifica e a dare vita a pezzi che sono diventati iconici, anche con le voci di altri. Basta pensare a “A mano a mano”, con Rino Gaetano o a Io canto, che Laura Pausini ha riportato in auge nel nuovo millennio.
Con gli anni Ottanta, un Cocciante ormai noto sostituisce il collaboratore storico per affidarsi a Mogol. La sua carriera invece sarà affidata a Cathy Boutet, che nel 1983 diventa sua moglie. Dopo aver deciso, però, di prendersi cura del talento di quel talentuoso giovane. Racconta in un’intervista a Maydur: ” Capitai a Roma di passaggio , facevo l’editrice, stavo per trasferirmi un po’ in America. Mi invitarono ad ascoltare Riccardo , accettai per cortesia. Intuii subito il suo talento. Il giorno dopo dissi a mia sorella che non sarei più partita: avevo trovato la mia missione”. Siamo nel 1983, e iniziano le collaborazioni internazionali, soprarattutto con gli USA. Il talento di Riccardo Cocciante è ormai una certezza globale
Il talento di Riccardo Cocciante al suo apice: Notre Dame De Paris
Ancora la moglie Cathy ha un ruolo fondamentale in un crocevia della carriera di Cocciante: l’incontro con l’opera popolare. Nel 1998, il talento di Riccardo Cocciante fa nascere le musiche di Notre Dame De Paris. L’inizio di un successo che non si ferma più, ancora oggi. Lei, raccontano, è la prima a crederci. “Mi sono lasciato trascinare dalla sua idea. Ci sono stati momenti in cui ho avuto dei dubbi. Lei no. Mi ha sostenuto perché ci credeva profondamente e ha avuto ragione. Tutto quello che aveva immaginato si è avverato. Persino l’autore dei testi, Luc Plamondon, a volte era più insicuro di me..Lei ha visto il futuro di Notre Dame”
A dieci anni di distanza si erano già registrate ottocento repliche, quasi tre milioni di spettatori dal vivo e un successo internazionale senza precedenti anche per tutti i protagonisti del musical, scelti personalmente da Cocciante. Ricorda Cathy: “L’unico dubbio era quanto tempo ci sarebbe voluto per arrivare al successo? E quando loro scrivevano ripetevo “Quando morirò. Notre Dame sarà sempre in giro” Il talento di Riccardo Cocciante ha trovato la sua dimensione. Dopo Notre Dame, infatti, è il turno di Il piccolo principe, nel 2002 come la traduzione italiana di Notre Dame, firmata Pasquale Panella. Poi Giulietta e Romeno, che debutta a Verona nel 2007.