Il talento sta nelle scelte, lo dimostra anche il conflitto

talento nel 2021

La celebre frase di Robert De Niro, “il talento sta nelle scelte” è diventata ancora più d’attualità in questi giorni in cui ci si interroga sul ruolo di artisti e sportivi

Uno degli attori più noti e iconici di sempre. Nato a New York da una famiglia di chiare origini Italiane, il volto di Taxi Driver e Il Padrino. Si deve concordemente a lui una frase che in questi giorni è diventata di grande attualità: il talento sta nelle scelte”. Certo, significa che un artista o uno sportivo di talento che non sa sostenerlo con una mentalità matura probabilmente lo sprecherà, ma oggi può prendere un valore diverso, quando a chi ha talento si chiede di prendere una posizione. A proposito dell’invasione russa dell’Ucraina, ad esempio. Qual è la posizione che l’arte deve tenere rispetto a quel che accade?

Il talento sta nelle scelte: il rapporto tra talento e politica

Non è questa la sede per fare un articolo di geopolitica, men che meno di prendere una posizione rispetto a un conflitto ancora in corso. Quel che però può valere la pena approfondire è quello che è già avvenuto dal punto di vista di chi ha una capacità che lo ha reso famoso. Molti credono che le espressioni di talento debbano essere del tutto scollegate da quel che avviene intorno, altri invece pensano che l’arte – ma anche lo sport – siano praticati in primo luogo da cittadini, e pertanto anche scegliere come impiegare il proprio talento – per conto di chi, se è sportivo – o cosa creare o inventare se è invece un talento artistico – sia di per sè un gesto politico.

Vale la pena ricordare che politico viene da polis, città in greco. Secondo molti, quindi, è politico – al di là dei partiti e delle idee individuali – quello che riguarda l’insieme delle persone, la collettività e quindi la società. Voi cosa ne pensate?

Il talento sta nelle scelte, quali sono state fatte nello sport?

Lo sport e l’arte, insomma gli ambiti in cui il talento fa mostra di sè stesso, nel caso della guerra in Ucraina stanno diventando a loro volta campi di conflitto, o almeno di presa di parola. Molti stanno decidendo – ciascuno a suo modo – di dimostrare che il talento sta nelle scelte. Molte istituzioni sportive, ad esempio, stanno compiendo quella di escludere la Russia dalle competizioni internazionali. Lo hanno fatto la UEFA e la FIFA da mondiali ed europei di calcio, L’Eurolega di basket che ha sospeso le squadre europee dalla competizione continentale della palla a spicchi.

Lo ha fatto anche il CIO, secondo cui la Russia ha violato la tregua olimpica. La contestazione ha riguardato anche alcuni sportivi singoli, come la nazionale polacca di calcio e il suo portiere, lo juventino Szczęsny, che ha detto di non voler giocare contro la Russia, Molti alri calciatori non lo hanno ritenuto opportuno.
Secondo altri, però, il talento sta nelle scelte anche quando sono diverse. Ad esempio separare i due ambiti. Ad esempio, il capitano della nazionale russa si è chiesto “Perchè sono gli sportivi a soffrire?”. In realtà, lo sport sta dimostrando che il talento sta nelle scelte di superare i conflitti. Lo hanno dimostrato ad esempio i giocatori dell’Atalanta. Mentre scoppiava la guerra, in allenamento, il russo Miranchuk e l’ucraino Malinovsky si sono abbracciati. Anche questo è talento.

Il talento sta nelle scelte, come ha risposto l’arte?

Anche chi è dotato di talento artistico è stato chiamato a una scelta. E si sono viste reazioni molto diverse. Anche secondo il Comune di Milano, ad esempio, il talento sta nelle scelte, tanto è vero che il sindaco Sala ha chiesto una decisa presa di posizione. Si è rivolto infatti al notissimo direttore d’orchestra Gergiev – che in questi giorni doveva dirigere una prima alla Scala, una presa di distanza dall’occupazione russa. Una risposta che però non è arrivata e ha indotto il direttivo scaligero – ed altri otto teatri – a interrompere la collaborazione. E ad affidare la bacchetta a un altro russo, il ventisettenne Timur Zangiev, un giovane talento, a sentire i bene informati. Non si tratterebbe quindi di una esclusione a priori legata alla nazionalità del direttore, ma – appunto – alle scelte al servizio delle quali ha scelto di mettere il proprio talento, prendendo – anche col silenzio – una posizione.

Così come lo ha fatto la soprano Anna Neretbko, che alcuni giorni fa aveva dichiarato di non voler cantare alla Scala – come anche lei doveva fare – pur essendo in salute, perchè in quella richiesta di posizionamento aveva letto un tentativo di costringere a denunciare la terra d’origine. Non è giusto”. L’artista ha poi scelto di annullare tutti i suoi impegni, auguarandosi accoratamente la pace e facendo riferimento ai molti amici in Ucraina, perchè “questo non è il momento di fare musica”.  Sala ha precisato, poi, che quella richiesta agli artisti russi non era una “denuncia”: “Nessuna abiura è stata richiesta al Maestro russo, gli è stata chiesta una dichiarazione di presa di distanza dalla guerra. Lui ha ritenuto di non farlo, altri grandi artisti russi lo hanno fatto”. Decisioni, insomma, che portano conseguenze. Soprattutto in momenti così delicati, anche il talento sta nelle scelte.

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