Una delle più giovani e più apprezzate ginnaste italiane, da giovanissima, e poi medagliata quando molte hanno già smesso. Vanessa Ferrari è un simbolo sportivo e umano. Il suo segreto? Talento, impegno e dedizione.
Se dico Vanessa Ferrari, di certo tutti ci ricordiamo chi è. Del resto, essere la prima italiana a vincere una medaglia d’oro ai campionati mondiali di ginnastica artistica è una cosa che ti consegna alla storia, soprattutto se un traguardo del genere lo ottieni quando hai appena compiuto sedici anni. Non è detto che tutti abbiamo prestato attenzione a cosa è successo dopo, nella carriera dell’atleta bresciana. Ma di certo ce la siamo ricordata tutti, quell’impresa, qualche mese fa, quando alle Olimpiadi di Tokyo 2020, posticipate di un anno causa pandemia, è stata ancora una volta lei a salire – questa volta – sul secondo gradino del podio. Gli anni questa volta li aveva già compiuti, ed erano ben 30. Un’età, per uno sport fisicamente complesso e provante come la ginnastica, a cui non in molte arrivano, e non a questi livelli. Lei non solo ci è arrivata, ma si è presa una medaglia olimpica. Come? Talento, impegno e dedizione.
talento, impegno e dedizione rendono possibile ogni cosa
Se chiedi alla ginnasta nata a Orzinuovi il 10 novembre 1990 – ma cresciuta a Soncino, in provincia di Cremona – quale sia il suo motto ti potrebbe rispondere “Make it possibile”, rendilo possibile. Almeno, così ha risposto ad una intervista a Vanity Fair qualche anno fa. Una sintesi perfetta della quantità di talento, impegno e dedizione necessarie, spiega, a dare forma a qualsiasi traguardo. Le ginnnaste, e Vanessa Ferrari in particolare, sono incantevoli da ammirare per grazia e forza, tanto da far dimenticare, spesso, quanta fatica c’è dietro. Rendere possibile un grande risultato, quindi “Nel mio caso significa innanzitutto tanto allenamento e tanti sacrifici. E ancora tanto impegno e tantissima costanza, perché i risultati non arrivano mai per caso”. Si inizia molto presto, e quindi, ammette, le rinunce sono tante.
A motivarla, però, è sempre stata una grande passione, ereditata dalla madre, e dal divertimento. Coi primi, enormi, successi, però, appena adolescente sono arrivate anche delle grandissime aspettative. Ecco perchè servono, col talento, impegno e dedizione. Per saper affrontare con grande forza emotiva soprattutto le fatiche, le delusioni – che per Vanessa Ferrari hanno un nome su tutti: Olimpiadi di Londra – e i momenti in cui lo sguardo degli altri si fa giudicante anzichè benevolo. E nel frattempo, le altre sono più giovani, e hanno corpi più sciolti e menti più sgombre. Continuare, spiega Vanessa Ferrari, è la più grande delle vittorie.
Talento impegno e dedizione, il segreto per rialzarsi
Se c’è una cosa difficile da digerire, ogni atleta lo sa bene, è arrivare a un passo dal sogno di una vita, e mancarlo di un niente, magari di quanto può dipendere non soltanto dalla performance, ma anche da quel pizzico di buona sorte che serve sempre. Insomma, una delle cose peggiori è la medaglia di legno. Vanessa Ferrari lo sa bene, perchè a lei è capitato due volte, ed entrambe alle Olimpiadi. A Londra prima e a Rio dopo. Momenti di cocente delusione – in un caso verso i giudici, nell’altro verso se stessa, dice, che hanno richiesto una grande dose di talento, impegno e dedizione per riemergere.
Ed è questo, in realtà, il più grande segreto di quella che è stata soprannominata “la farfalla d’Italia”. Vanessa Ferrari è l’esempio nazionale per qualsiasi ragazza – o ragazzo – voglia fare ginnastica artistica, come Federica Pellegrini lo è per il nuoto. Sono poche le atlete – e gli atleti – che hanno raggiunto un lo status di icone. Come ce l’hanno fatta? Con tre parole d’ordine: talento, impegno e dedizione, a partire dai sette anni e anche dopo ogni caduta, anche quando il corpo è quello di una donna e non più solo di quella creatura eterea e scioltissima che ci si aspetta possa fare ginnastica artistica. Lo ha sintetizzato perfettamente il giornalista Aldo Cazzullo su “Io donna”: “il suo vero talento non è fare i salti. Ne fa di magnifici; però non è l’unica. Il vero talento è aspettare senza arrendersi mai. A Tokyo la medaglia olimpica è arrivata. Ed è arrivata per tutti quanti noi una grande lezione”. di talento, impegno e dedizione.