Avevamo giá citato una volta la parabola dei talenti che si trova nel Vangelo secondo Matteo. Ma ci preme riprenderla oggi per approfondire il tema de il talento nella religione. Non facile da analizzare, seppur affascinante. Come quasi tutto ciò che gravita attorno all’argomento religioso. E senza dimenticare che le religioni praticate e seguite al mondo sono tantissime, forse più di quante se ne classifica solitamente. Con le loro molteplici sfumature, ma con un comun denominatore: permettere alla propria fede di dirimere in parte i grandi misteri della vita. Quelli che ci attanagliano dalla venuta al mondo. Un compito che essa si assume sulle sue spalle, a dire il vero piuttosto larghe e resistenti, ma obbligate in ogni caso a far fronte ad una serie di domande spesso senza risposta logica. Se ci pensiamo bene coniugare talento e religione è un’idea interessante per un articolo, perché come argomenti, almeno in parte, si avvicinano. E l’affinità maggiore risiede proprio nel credere.
Perché un talento abbia sbocco la tenacia è infatti determinante. Perché l’architrave della nostra religione ci sorregga, occorre riporre una fiducia che vada al di là della tangibilità constatata tutti i giorni.
La parabola dei talenti
- Un uomo partendo per un viaggio chiamó i suoi servi per dividere i suoi beni;
- ad uno diede 5 talenti, all’altro 2, al terzo 1;
- il talento ai tempi di Gesú, in Grecia e Palestina, era una moneta;
- rappresentava pertanto un valore ben noto;
- i possessori di 5 e 2 talenti li impiegarono, il possessore dell’unico talento lo nascose in una buca nel terreno;
- una volta tornato il signore, i servi che avevano impiegato i talenti presentarono il frutto dei loro investimenti, il doppio di ciò che avevano ricevuto;
- furono lodati;
- il servo pauroso e fannullone che aveva nascosto il suo solo talento fu privato anche di quello;
- perché “a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha“;
- questa parabola puó insegnare che con la paura del cambiamento non si otterrà mai nulla, e che la mancanza di iniziativa e creatività non porta a nessun risultato;
- sebbene il riferimento sia piuttosto una critica al cristianesimo statico che annienta l’attivismo, essenziale per una religione, il suo profondo significato è di monito anche nella gestione di un altro tipo di talento, quello che noi ben conosciamo e di cui ci occupiamo qui.
Il talento di chi pratica la religione
- Quale talento occorre nella religione?
- Per chi intende promuovere una religione ad un auditorio con dubbi e domande, la capacità di farsi ascoltare e di spiegare le istanze della religione è fondamentale.
- Pensiamo ai sacerdoti che si esprimono di fronte ad una platea variegata, di fedeli, ma talvolta anche di scettici;
- e restano questi ultimi, nelle loro idee, gli obiettivi più difficili, ma stimolanti, della loro missione;
- Del resto è proprio nel Vangelo che si trova la vicenda dell’apostolo Tommaso che, assente nel momento della resurrezione di Gesú, non si fidó delle parole dei compagni senza compiere un atto concreto per rendersi conto personalmente del miracolo giá avvenuto;
- chi si professa religioso dovrebbe inoltre avere una grande qualità che puó anche essere definita talento: l’empatia.
- e come ogni talento anche l’empatia ha bisogno di concime per crescere rigogliosa;
- va irrorata da cultura e capacità di riflessione;
- la religione necessita poi la pratica di certe virtú quali calma, silenzio, inteorizzazione, appartenenti a piú credenze;
- e tante di queste si rifugiano nella spiritualità, facendone il loro comandamento principe;
- in India, la guida spirituale, il maestro di vita religiosa è degno della venerazione dei discepoli e si definisce Guru.
Talento e religione
- Quale legame unisce religione e talento?
- la religione ed il talento si incontrano ovunque, per esempio nell’ambito musicale;
- prendiamo i canti gregoriani appartenenti alla liturgia tradizionale occidentale;
- e tutta la musica classica composta con i canoni della sacralità;
- perché il suono possiede una grande valenza simbolica;
- e cosa dire di un talento musicale come Bob Marley che della religione principale dell’area giamaicana, il Rastafarianesimo, ha fatto il tema prorompente della sua arte.
- Non dimentichiamo poi dell’arte sacra, l’arte nelle cui forme si riflette la visione spirituale dell’artista seguace di una data religione.
- Appartenente ad ogni latitudine, ad ogni fede.
Non è strano che gli uomini combattano tanto volentieri per una religione e vivano così malvolentieri secondo i suoi precetti?
(Georg Lichtenberg)