Parliamo di talento umano, ma prima giochiamo un poco con questa parola. Nell’antica Grecia, il talento era un’unità di misura del peso, formata su modelli orientali, di valore variabile. Là, come a Babilonia, nel mondo ebraico, in Egitto o nei paesi di cultura italiota, accanto ai talenti ponderali esistevano quelli monetari. Nel Vangelo secondo Matteo, si trova poi una parabola dei talenti dal senso significativo. Un signore si incammina per un viaggio ed affida a tre servi tutti i suoi beni. 5 talenti ad uno, 2 talenti al secondo, 1 talento all’ultimo. I primi due sfruttano la somma ricevuta, riuscendo a raddoppiarla. Il terzo la nasconde sottoterra. Al ritorno, il padrone si complimenta con gli arditi e scaglia la sua ira verso il comportamento del servitore troppo prudente. Quale morale si può trarre da tutto ciò? L’insegnamento da cogliere è quello di avere coraggio nel mostrare le proprie capacità, senza nasconderle, per metterle al servizio di tutti e così facendo, procurare gioia per sé e per gli altri.
Dibattito sul talento umano
- Il talento, stando alla definizione classica, è una capacità intellettuale non comune associata a genialità o estro vivace;
- per quella letteraria, un’inclinazione o disposizione dell’animo riconducibile a varie determinazioni, quali il desiderio, il gusto, l’impulso o l’istinto;
- il maltalento diventa così…rancore;
- l’idea di talento, come dote innata, è per certi versi superata;
- il talento umano non è spontanea genialità;
- non ha origine prettamente naturale;
- ma è frutto di caparbietà e dedizione;
- la neuroscienza di ultima definizione considera il talento come il risultato di una pratica intenzionale, che attiva il potenziale di ogni uomo;
- una prospettiva del talento inglobata nei processi mediante i quali si compie lo sviluppo biologico dell’essere umano;
- pertanto tutti sono portatori di talento;
- ma senza uno specifico lavoro, le potenzialità individuali rischiano di rimanere sommerse, private dell’opportunità di sviluppo;
- riconoscere ed individuare il talento è solo il primo passo per portare alla luce tali potenzialità;
- individuare il talento in età precoce può essere un vantaggio, che facilita il percorso verso l’affermazione;
- ma la precocità non è un valore assoluto ed imprescindibile;
- perché le tempistiche nell’emersione del talento variano in base alle diverse situazioni;
- Flaubert affermava che per avere del talento bisogna per prima cosa essere convinti di possederne;
- l’implicazione psicologica è notevole quindi nella valorizzazione del talento umano.
Aree di espressione e sviluppo del talento
- Il talento si esplicita in aree diverse, con diverse caratteristiche, che di volta in volta devono emergere;
- c’è il talento nello sport: una commistione di capacità fisiche e costante allenamento in ogni disciplina, che accompagnate a doti carismatiche singolarmente manifestate o espresse all’interno di un gruppo, sublimano l’intelligenza tipica della movimentazione dei muscoli corporei.
- Il talento nella musica, nella pittura e nelle varie discipline artistiche: giacché in ogni arte, indispensabile è l’equilibrio tra passione, sensibilità creativa e studio;
- il talento nell’apprendere sia in campo scientifico che letterario, sia circondandosi di numeri che di parole: un piacere costante per lo studio, una sete mai appagata di conoscenza; dove sviluppo della memoria e capacità espressive trovano totale compimento;
- individuare il talento personale rende anche consapevoli della precisa e migliore predisposizione nel settore lavorativo;
- ma il talento umano non sempre si rifà ad atti solo e puramente concreti, esistono talenti caratteriali, mentali, relazionali e spirituali;
- come si possono inquadrare essi nel dibattito tra talento congenito e talento voluto?
Il talento non è innato…si configura come il risultato di un viaggio o, meglio ancora, come quella postura individuale che indica nei tratti, nel modo di esprimersi, nel fare e nel sentire, l’insieme delle caratteristiche di intelligenza, di volontà, di cultura e di carattere che segnano la nostra unicità. Insomma il talento rappresenta, alfine, la forma con cui gli altri ci percepiscono. (Umberto Margiotta. Prefazione al libro “I mille volti del talento” di Diana Olivieri).