Dalla scuola, fatto storicamente accettato, dipende gran parte della nostra istruzione. Nel liceo classico i primi anni scolastici appartengono al Ginnasio e nel sistema tedesco, questo è invece l’appellativo per tutto il corso di studi corrispondente alla stessa formazione classica. Il posto dove i giovani greci praticavano esercizi fisici. Una palestra insomma. Che lega anche oggi il concetto di crescita ad allenamento. Il termine scuola in greco significava, almeno inizialmente, “tempo libero” evolvendo poi sino a descrivere il “luogo in cui veniva speso maggiormente il tempo libero”. Nel quale si tenevano discussioni filosofiche o scientifiche. Quindi divenne il “luogo di lettura”, e per ultimo proprio quello d’istruzione per eccellenza. Il talento non è concetto statico, ma dinamico. Una scuola di talento sollecita e sviluppa questo valore intrinseco che però, del tempo e del lavoro, si nutre altresì per evolvere. Poiché anche il miglior talento necessita di impegno per emergere, stabilizzarsi e consentire il raggiungimento dei risultati desiderati. Altrimenti rimane una splendida confezione, vuota di contenuti.
Allenare il talento perché emerga
- Il talento è dote personale, connaturata della quale è complicato segnare i contorni;
- un talento può essere precoce, ma può avere bisogno di stimoli e sollecitazioni per emergere;
- pur partendo da un bisogno interiore di espressione che dal singolo, dalle sue motivazioni, dalla sua volontà, trae linfa, il talento dipende anche da altro;
- l’ambiente che circonda il talento per esempio fornisce l’humus necessario al suo sviluppo;
- può quindi essere d’ostacolo o d’incoraggiamento, può divenire una variabile fondamentale nell’emersione o nella sommersione del talento;
- la capacità di individuazione del talento è un ulteriore elemento di importanza vitale;
- ogni figura singola o di formazione generale che viene in contatto con il talento determina un rapporto profondo con esso e con la sua evoluzione futura;
- la scuola di talento è un ambiente per lo più vivace e fortificante, che crea le giuste dinamiche nelle quali il talento fertilizza le proprie radici.
Una scuola di talento, limiti e motivazioni
- Allenare il talento dona consapevolezza, anche rispetto alle ricadute sul futuro lavorativo;
- riuscire a far emergere il proprio talento influisce sull’aspetto psicologico individuale e sulla serenità data dalla completa realizzazione di sé;
- lo sviluppo del talento giovanile non può rimanere un progetto solamente teorico, perché le conseguenze negative si riflettono sia sull’onore che sulle opportunità mancate per tutto il paese;
- un paese industrializzato, e che considera l’istruzione come caposaldo imprescindibile, dovrebbe favorire la completa scolarizzazione ed il successivo percorso di crescita nel mondo lavorativo, basandosi sulle capacità emerse;
- un dato allarmante, tra gli altri, indica che solo il 25% su 93% dei frequentanti delle scuole primarie trova la propria strada e coltiva il talento;
- uno spreco evidenziato proprio dal fatto che quasi un quarto delle capacità si disperdono dopo i 14 anni;
- deficit notevole che ci colloca, nelle tendenze, sullo stesso piano dei paesi più a rischio;
- secondo il parere generale di chi è coinvolto nel mondo scuola attuale, il contesto scolastico è fondamentale per l’individuazione e per lo sviluppo del talento;
- perché individuare la predisposizione in maniera precoce garantisce quello stato di benessere essenziale e favorisce il successo nella vita dei nostri giovani virgulti;
- la dispersione scolastica al pari dei limiti tipici della scuola vanno contrastati con programmi di supporto, che siano rivolti a tutti e non creino discriminazione in base alla classe sociale di appartenenza.
La scuola oggi è incapace di sviluppare quelle competenze e quei talenti che sono oggi necessari per continuare ad appartenere ad una società industriale avanzata. È talmente distaccata dalle vere esigenze del mondo del lavoro da essere diventata, in larga misura, una fabbrica di disoccupati con la laurea. (Piero Angela)