Il talento di Riccardo Cocciante e le sue molte vite

riccardo cocciante
Il talento di Riccardo Cocciante ne ha fatto una delle icone della musica italiana. Cantautore, musicista, autore fortunatissimo per il teatro, ha certo molto da dire a proposito del talento.
Quando il 20 aprile 1946 il piccolo Riccardo nasce, nessuno si può aspettare chi diventerà. Siamo a Saigon, in Vietnam, ma questo bambino è nato da una donna francese e da un uomo italiano, per la precisione di Rocca di Mezzo, nel cuore dell’Abruzzo. Ma è proprio in Italia che si formerà, musicalmente e non solo. Si trasferisce in Italia undicenne, a Roma. Ma la Francia rimane sempre un pezzo di lui, oltre al luogo in cui per molti anni abiterà. Se chiedete di lui, da quelle parti, lo conoscono come Richard Cocciante. Il talento di Riccardo Cocciante, però, è amato da decenni allo stesso modo. Di qua e di là dalle Alpi.

Il talento di Riccardo Cocciante dagli esordi alla fama

Il talento di Riccardo Cocciante ha radici italiane, in tutto e per tutto. Ma non viene subito notato. Inizia a suonare nei locali di Roma, giovanissimo, cambiando il cognome in Conte. Con questa identità incide un primo 45 giri, che non trova attenzione. Forse perchè canta in inglese. Anche quando passa all’italiano, la sua qualità ha bisogno del momento giusto per emergere. E arriva. Sono gli anni Settanta. Quelli di Bella senz’anima, di Margherita. Gli anni in cui comincia ad entrare in classifica e a dare vita a pezzi che sono diventati iconici, anche con le voci di altri. Basta pensare a “A mano a mano”, con Rino Gaetano o a Io canto, che Laura Pausini ha riportato in auge nel nuovo millennio.

Con gli anni Ottanta, un Cocciante ormai noto sostituisce il collaboratore storico per affidarsi a Mogol. La sua carriera invece sarà affidata a Cathy Boutet, che nel 1983 diventa sua moglie. Dopo aver deciso, però, di prendersi cura del talento di quel talentuoso giovane. Racconta in un’intervista a Maydur: ” Capitai a Roma di passaggio , facevo l’editrice, stavo per trasferirmi un po’ in America. Mi invitarono ad ascoltare Riccardo , accettai per cortesia. Intuii subito il suo talento. Il giorno dopo dissi a mia sorella che non sarei più partita: avevo trovato la mia missione”. Siamo nel 1983, e iniziano le collaborazioni internazionali, soprarattutto con gli USA. Il talento di Riccardo Cocciante è ormai una certezza globale

Il talento di Riccardo Cocciante al suo apice: Notre Dame De Paris

Ancora la moglie Cathy ha un ruolo fondamentale in un crocevia della carriera di Cocciante: l’incontro con l’opera popolare. Nel 1998, il talento di Riccardo Cocciante fa nascere le musiche di Notre Dame De Paris. L’inizio di un successo che non si ferma più, ancora oggi. Lei, raccontano, è la prima a crederci. “Mi sono lasciato trascinare dalla sua idea. Ci sono stati momenti in cui ho avuto dei dubbi. Lei no. Mi ha sostenuto perché ci credeva profondamente e ha avuto ragione. Tutto quello che aveva immaginato si è avverato. Persino l’autore dei testi, Luc Plamondon, a volte era più insicuro di me..Lei ha visto il futuro di Notre Dame”

A dieci anni di distanza si erano già registrate ottocento repliche, quasi tre milioni di spettatori dal vivo e un successo internazionale senza precedenti anche per tutti i protagonisti del musical, scelti personalmente da Cocciante. Ricorda Cathy: “L’unico dubbio era quanto tempo ci sarebbe voluto per arrivare al successo? E quando loro scrivevano ripetevo “Quando morirò. Notre Dame sarà sempre in giro” Il talento di Riccardo Cocciante ha trovato la sua dimensione. Dopo Notre Dame, infatti, è il turno di Il piccolo principe, nel 2002 come la traduzione italiana di Notre Dame, firmata Pasquale Panella. Poi Giulietta e Romeno, che debutta a Verona nel 2007.

Il talento di Riccardo Cocciante e…il talent

Il talento di Riccardo Cocciante ha saputo e voluto spesso parlare ai più giovani, essere vicino alle persone e alle forme che la musica prende oggi. Anche per questo aveva accettato di essere giudice di The Voice alla sua prima edizione. Anche questo, si diceva allora, è uno dei modi contemporanei di riconoscere il talento. Oggi, però, Riccardo Cocciante ha cambiato idea. Ha spiegato in una intervista: Ho avuto molta pena per i ragazzi di The Voice, buttati via, dopo tutti gli sforzi fatti, perché non servivano più. Non l’ho rifatto proprio perché questi interpreti, una volta finito il talent, vengono completamente abbandonati. E rimangono bruciati da quello che hanno fatto Le case discografiche ormai non investono più, all’epoca ci facevano crescere. Il primo disco non era quasi mai un successo. I ragazzi ora sono scoraggiati, si salvano solo entrando a far parte di una moda, facendo canzoni ammiccanti che possono piacere al primissimo momento”.

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