Il talento nella storia

vanessa ferrari

Ci sono luoghi e momenti storici nei quali la concentrazione del talento sembra depositarsi per magia, con un’intensità maggiore che altrove, in qualunque altro tempo. La storia, si sa, è un’asse in continuo divenire. Mai statica o fine a se stessa. Ciò che oggi è presente ed attualità schietta, domani va inserito giá nel background della memoria. La storia si articola in eventi. Si nutre di attimi. Date, posti, vibrazioni più o meno intense. Uomini, schiavi, eroi, pulzelle, combattenti. Artisti, geni, sbruffoni, saggi e peccatori. La storia siamo noi tutti. Individui al bruciare delle passioni covate sotto il drappo della morte. Nel tentativo di emergere dal grigio spento dell’anonimato. Per rendere la vita degna di essere vissuta. Ma il talento nella storia dove si colloca?

Parallelo all’evoluzione naturale dell’uomo? Alieno da qualunque regola? Esiste un perché del perché il talento si estenda con coscienziosa precisione? O la relatività lo investe come la maggior parte delle dinamiche del mondo? Osmosi puó essere una risposta. Altrimenti il determinarsi di circostanze perfette.

Concentrare il talento nella storia passata

  • Atene, sotto il comando di Pericle, raggiunse il suo massimo splendore culturale;
  • divenne capitale della filosofia, del teatro, delle arti, di poesia, scultura ed architettura;
  • in qualità di mecenate ed abile politico populista, promosse, in tal modo, la diffusione dei talenti tra il popolo;
  • in un periodo in cui la pace latitava, vide in essa la mossa definitiva per il suo progetto di grandezza.
  • Al confine tra periodizzazione storica (sviluppatasi tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna) e movimento culturale ed artistico si pone il Rinascimento;
  • in un’epoca di generali cambiamenti, con la nascita degli Stati più propriamente conosciuti, la scoperta del nuovo mondo e le riforme in ambito ecclesiastico;
  • il rinnovamento culturale e la concentrazione dei talenti ebbe il suo centro cardine in Firenze, espandendosi poi nel resto d’Europa;
  • l’educazione scolastica si trasformó ed il sapere cosí mutato e protetto si diffuse attraverso le scuole liberali, le cancellerie e le corti dei principi.

L’era più moderna

  • La Belle Epoque fu un periodo storico, socioculturale ed artistico che interessó l’Europa tra il 1871 e l’inizio della Prima guerra mondiale;
  • benchè facesse riferimento in primis a Parigi ed alla Francia;
  • le invenzioni ed i progressi della tecnica e della scienza, sorretti da numerosi talenti, furono senza paragoni con le ere passate;
  • portando a standard di vita notevoli e miglioramenti sociali (illuminazione elettrica, radio, automobile, cinema);
  • si diffuse un po’ ovunque un profondo senso di ottimismo.
  • È stata definita “gioiosa apocalisse”, “laboratorio sperimentale della fine del mondo”;
  • la Vienna a cavallo tra ‘800 e ‘900 fu quella capitale per eccellenza lastricata di cultura, ambiente di totale fecondità, dove trionfó la modernità, esplosero numerose idee;
  • benchè i contemporanei non fossero in grado di coglierne appieno la grandezza;
  • lí ebbero sviluppo il positivismo e la psicoanalisi, nacquero nuove tendenze nella storia dell’arte, nelle scienze, nella letteratura, nella pittura, nell’architettura e nella musica;
  • un crogiolo di talenti insomma, il tutto precedente ad una crisi politica e disgregativa che avrebbe portato all’inevitabile decadenza.
  • Silicon Valley è il nome di un’area appartenente alla California settentrionale, centro globale per l’alta tecnologia, l’innovazione, il capitale di rischio ed i social media;
  • ospita numerose start up e società internazionali specializzate in tecnologia (Facebook, Apple, Google tra queste);
  • la prima azienda elettronica venne fondata nel 1939, negli anni ’50 ci fu poi il boom;
  • lí sono state sviluppate molte tecnologie tra cui il micropocessore ed il microcomputer;
  • il recente fallimento della Silicon Valley Bank ha portato gravi conseguenze nei mercati finanziari di tutto il mondo.

Fattori determinanti

  • Fattori economici e periodi di pace più o meno duratura sono stai importanti quando il talento nella storia ha avuto maggiori chance di sviluppo;
  • il talento è un valore dell’uomo per l’uomo, che in esso dunque trae origine e trova linfa;
  • svolgendosi nel complesso attorno alla sua figura, ha notevoli possibilità di crescere se concezioni, singole o multiple, appartenenti a mentalità pionieristiche e visionarie permettono al talento totale libertà di espressione;
  • per questo esistono particolari periodi storici che vedono una concentrazione di talento maggiore ed altri di totale oscurità;
  • il fermento culturale e la sete di rinnovamento risultano poi fondamentali nelle possibilità che il talento nella storia ha di emergere;
  • tuttavia non solo il tempo è variabile concreta nell’emersione del talento, ma anche il luogo fisico in cui esso germoglia, conta;
  • laddove l’emancipazione ad esempio, per tante situazioni contingenti, è piú semplice rispetto ad altri contesti;
  • ed il talento cosí, molto spesso attraverso quel processo vivido di osmosi tra caratteri, nella competizione si esalta, nell’emulazione si fortifica.

Il Rinascimento nel suo apogeo, fu l’epoca unica, nella storia del mondo moderno, in cui l’arte arrivò ad esprimersi con una perfezione tale di forma e di sentimento, non mai ancora sognata, né più raggiunta dopo quel tempo, per un equilibrio completo tra l’ideale e il reale, tra l’anima e il corpo, tra l’arte e la natura. (Evelyn Franceschi Marini)

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