Il talento non ha età

Il talento non ha età. Sono le storie di vita vera a confermare questo postulato, per una materia tanto malleabile. E difficile da uniformare. Anche se spesso si tende a pensare che un talento, se espresso in età precoce, consenta di ottenere maggiori soddisfazioni. Esistono casi di talenti esplosi in tarda età che hanno potuto vivere della longevità di chi li possedeva, cosí come l’enfant prodige non ha sempre garanzie di tenuta, nel tempo o di felicità. Tutto è relativo, senza possibilità di gestione, ed accanto alla qualità, alla volontà, al duro lavoro, occorre accomodare anche un pizzico di fortuna, il piú delle volte. Variabile impazzita nell’emersione di capacità che stanno sotto traccia. Non vi è nulla di scritto sulla pietra, nella storia degli individui, nulla che valga la pena di essere catalogato nel libro delle certezze incrollabili.

Il talento precoce e i suoi problemi

  • Nel mondo della musica classica abbiamo numerosi esempi di ragazzi/bambini prodigio;
  • pensiamo a Mozart che inizió a comporre a 5 anni e morí a 35, la sua musica influenzó tanti compositori;
  • tra i quali anche Beethoven che venne avviato agli studi da un padre violento, alcune fonti affermano che egli mentisse sull’esatta data di nascita del figlio nel tentativo di presentarlo quale nuovo Mozart;
  • Louis Braille, rimasto cieco da bambino, ideó nel 1821 a 12 anni, il codice che permette ancora oggi alle persone che hanno perso la vista come lui di leggere e, migliorando il metodo precedentemente usato, anche di scrivere;
  • ad Hollywood tanti bambini attori hanno avuto carriere fulgide e brevi, poi vite tormentate;
  • nell’immaginario collettivo, rimane una piccola interprete che dismessi i pannoloni a malapena, si dimenava cantando e ballando il tip tap;
  • era Shirley Temple, a tre anni a lezioni di ballo e a 10, dopo numerosi successi, invitata a pranzo dalla first lady Eleonor Roosevelt.
  • Il calcio è il nostro sport prediletto, e nella storia rimane un giovanissimo che esordí quindicenne, nel campionato 1959;
  • il suo nome è Gianni Rivera che al secondo campionato contava già 6 reti, con 25 presenze, nell’Alessandria prima di trasferirsi al Milan;
  • dove avrebbe vinto tutto il possibile, compreso un pallone d’oro (il primo per un calciatore italiano), in 19 stagioni;
  • giocate sempre nella massima serie italiana;
  • più recentemente curiosa la storia del norvegese Martin Odegaard, primatista di debutto nel professionismo del suo paese a 16 anni, nel 2004;
  • nel 2005 si trasferí al Real Madrid con un contratto stratosferico di due milioni di euro, per un teenager;
  •  e venne etichettato poco dopo, troppo presto, come un flop;
  • per anni, fu costretto ad un giro di prestiti in squadre minori e alla fine giocó solo 8 partite con i blancos;
  • oggi è peró capitano della sua nazionale e con 10 goal sta trascinando l’Arsenal, altro storico club, alla vittoria del titolo inglese.

Il talento non ha giovane età

  • Se un Paul Cezanne ventenne non aveva mai dipinto, la carriera altalenante di Vincent Van Gogh alle soglie dei 30 era ancora tutta da dipingere, il record di esplosione ritardata del talento spetta a Grandma Moses;
  • nata nel 1860,  si dedicó con costanza all’attivitá di pittrice solo dal 1936 a 76 anni;
  • notata da un collezionista potè cosí esibire le sue capacità in 150 personali e morí nel 1961 a 101 anni;
  • in Italia fece un percorso simile, nella scrittura Franca Cancogni;
  • traduttrice e sceneggiatrice di valore, proveniente da una famiglia di romanzieri, pubblicó il suo primo manoscritto (steso in solitaria) nel 2018, a 98 anni;
  • Letizia Battaglia, recentemente scomparsa ed omaggiata anche da una miniserie tv, inizió l’attività di fotografa trentaquattrenne;
  • divenendo l’occhio vigile in grado di scuotere le coscienze civili durante gli anni di piombo e raccontando in bianco e nero le contraddizioni della sua Palermo;
  • se Shirley Temple è sempre stato uno nome universalmente riconosciuto, tanto da diventare persino un famoso cocktail, poco dirà, a molti, quello di Una O’Connor;
  • attrice irlandese che, nonostante una solida esperienza teatrale, esordí nel cinema alle soglie dei 50 anni, divenendo in seguito una delle più apprezzate caratteriste dell’epoca d’oro del cinema;
  • tra i titoli che la videro comparsa, più o meno significativa, ricordiamo almeno: La moglie di Frankenstein, La leggenda di Robin Hood, Testimone d’accusa, Il prigioniero di Amsterdam, sempre accanto a stelle di prima grandezza e diretta da maestri indiscussi della settima arte.
  • Tornando allo sport nazionale, il pallone, come non citare la favola moderna del difensore leccese Federico Baschirotto che ha esordito in serie A, con notevoli risultati, in questa stagione a 26 anni?
  • O quella di Federico Gatti che ventenne, quando molti vedono già il proprio talento gratificato, languiva in eccellenza;
  • per passare con rapidità, in 4 anni appena, in serie B, una volta attraversate le forche caudine del dilettantesimo e della lega pro;
  • ed infine dopo quella sola stagione giocata da protagonista nel Frosinone, direttamente alla Juventus e alla nazionale italiana.

 

 

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