Eddie Van Halen, la chitarra e il suo talento che l’ha rivoluzionata

chitarra e il suo talento

Scomparso lo scorso 6 ottobre, Eddie Van Halen è stato uno dei grandi nomi della musica contemporanea. Una parabola indimenticabile, la sua e quella del gruppo che porta il suo nome, da quando ha preso in mano la chitarra e il suo talento ha rivoluzionato la musica contemporanea.

Ha preso la via dell’olimpo della musica a soli 65 anni, Eddie Van Halen, e gli amanti dell’hard rock il 6 ottobre hanno salutato – dopo anni di battaglia – uno degli eroi dell’hard rock contempoeaneo. Restano però riff ed assoli indimenticabili. Eddie Van Halen, frontman storico della band fondata insieme al fratello batterista Alex, sarà ricordato dagli appassionati di musica come esempio di quali magie possono sgorgare dall’incontro tra una mente innovativa, la chitarra e il suo talento.

 

La chitarra e il suo talento hanno dato vita a delle perle

Anche se non siete appassionati di musica, alcuni tra i più indimenticabili riff dei Van Halen non possono non essere arrivate alle vostre orecchie, dimostrando plasticamente quanto gli assoli di Eddie e le note degli altri componenti  dei della band abbiano segnato la storia musicale degli ultimi anni. Lo dimostrano brani come Runnin with the davil, You really got me, che riscrive a modo suo il classico dei Kinks e Ain’t talking abou love  Ma – in modo ancora più dirompente – lo straordinario minuto e quarantatrè secondi di Eruption, un assolo che secondo Panorama segna una delle vette più alte della sua carriera. Brani straordinari contenuti, tutti, già nel primo disco, omonimo, del 1978. Suoni che ne hanno fatto, inevitabilmente, una delle pietre miliari dell’hard rock. Non lo avete ascoltato? Con ogni probabilità avete comunque apprezzato il suono e il talento di Van Halen. Ad esempio in Beat it, la hit di Michael Jackson inserita in Thriller.

Anche dopo il primo disco, però, la qualità è sempre rimasta altissima. Lo dimostrano perle come Women and Children first, o Fair Warning (1981), che panorama considera il capolavoro assoluto del connubio secondo Van Halen tra la chitarra e il suo talento. E poi ancora, Jump e il suo straordinario successo. Il talento di Van Halen però non è mai calato. Lo si sente  ascoltandolo suonare nel suo ultimo disco, Tokio Dome live in concert, in cui il suo suono celebra il ritorno del cantante originale della band David Lee Roth. Era il 2015.

 

La storia di Van Halen, la sua chitarra e il talento che hanno cambiato la musica.

Edward Lodewijk Van Halen era nato a Nimega nel 1955. Era quindi Olandese,  ma è stato poi naturalizzato americano, dopo che la sua famiglia si è trasferita, nel 1962, a Pasadena, in California.
Un anno e mezzo prima, nel 1953, era nato il fratello Alex, che ha seguito con attenzione tutti i primi approcci con la musica del fratellino. Dall’inizio con il pianoforte, passando per la batteria, lo strumento che consegnerà alla storia il fratello maggiore. Proprio quest’ultimo gli suggerisce, a dodici anni, di provare con la chitarra. Gli basta strimpellare qualche accordo per dare inizio alla storia d’amore tra la chitarra e il suo talento. Il primo disco squaderna tutto in un mondo della musica dominato dal punk da un lato, dalla disco dall’altro e – nel mezzo, da un gran numero di cantautori per cui la musica contava fino a un certo punto, che parlavano di politica o di sentimenti.

Van Halen non sa leggere la musica, ma non gli serve, per rivoluzionarla. La dimensione del cambiamento portato dai Van Halen è nei numeri: dieci milioni di copie per il solo primo disco. Seguiranno quattro decenni trionfali, in cui Eddie Van Halen è entrato in tutte le classifiche dei migliori chitarristi rock, e il suo tapping è entrato nella leggenda.
Cos’è il tapping? Si tratta di quello stile chitarristico che si ha quando si suonano le note, senza pizzicare le corde con la mano destra, ma percuotendo con le due mani sul manico della chitarra, dando l’impressione di grande velocità.

 

Van Halen: perchè la chitarra e il suo talento sono rivoluzionari

Non voglio essere visto come la chitarra più veloce della città, pronta per distruggere ogni concorrente. Quello che so è che una chitarra rock, o blues, dovrebbe essere melodia, velocità e gusto. Ma piu’ importante di ogni altra cosa è che deve trasmettere emozioni. Voglio solo che la mia chitarra suoni per far sentire la gente felice, o triste, o magari eccitarla”, aveva detto a Rolling Stones. Ma in cosa consiste la rivoluzione che ha portato nella musica. Per cominciare, Van Halen, la sua chitarra e il suo talento hanno preso l’hard rock, lo hanno fatto proprio, ripensato e traghettato verso il metal. Hanno fatto emergere dalle corde suoni fino ad allora inediti, apparentemente impossibili. Che diventano, insieme al suo stile nel toccare la chitarra, amati dalle folle e invidiati dai colleghi, come riporta Agi. Van Halen però era rivoluzionario anche come compositore: inventava suoni frutto di un meticoloso lavoro di ricerca e sintesi.

Creatore non solo del suono, ma anche dello strumento: per dare corpo alla sua rivoluzione, la chitarra – le chitarre – se le costruiva su misura. Inventa e assembla La Frankestrat. Racconta Arcangelo Rociola che “Eddie amava la sagoma della Fender Stratocaster, ma voleva suonasse come una Gibson. Una Strat con un suono più spesso quindi, fatta con pezzi avanzati da altre chitarre. Ecco cosa ha fatto di lui una leggenda. Per questo, secondo Guitar World è il terzo miglior chitarrista della storia dopo Jimi Hendrix e Jimmy Page”. Un mito in vita e oltre la morte.

 


 

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