La storia del talento di Michelangelo

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Lo conosciamo come il genio del Rinascimento, autore di alcune delle opere d’arte più affascinanti della storia: ma cosa sai del talento di Michelangelo?

Lo conosciamo come autore di una delle opere d’arte più straordinarie della storia. Sono sue il David, che possiamo ammirare alla Galleria degli Accademia, e il celeberrimo Mosè. Sculture di una tale verosimiglianza che la leggenda narra che lui stesso l’abbia colpito con un martello urlando: “Perchè non parli?” tanto era facile scambiare la figura di marmo per un essere vivente. Ma cosa conosciamo davvero del talento di Michelangelo e della sua storia?

 

La nascita del talento di Michelangelo

Michelangelo Buonarroti nacque a Caprese, un borgo della provincia di Arezzo, il 6 marzo 1475. Era erede di una nobile famiglia fiorentina, che però al momento della nascita di Michelangelo era in gravi difficoltà economiche. Il padre di Michelangelo, Ludovico, era il podestà di Caprese e Chiusi. Anche se non abbiente, la stabilità famigliare consentì al giovane di ricevere una buona educazione letteraria e umanistica. Un’attenzione per la sua formazione che fece emergere fin da piccolo il talento di Michelangelo, e la sua particolare inclinazione per il disegno e le arti in genere.

Proprio con l’intenzione di coltivare il suo talento (non si sa se contro il volere del padre o su sua sollecitazione, nel 19488 andò a bottega, come usavano allora gli aspiranti artisti, dal pittore Domenico Bigordi, noto come il Ghirlandaio. il talento nell’arte, infatti, all’epoca, si coltivava imparando il mestiere direttamente osservando gli artisti più rinomati. Il Ghirlandaio non può non riconoscere che il talento di Michelangelo è naturale, ed è accanto a lui che il giovanissimo artista inizia a dipingere, ispirandosi ai grandi maestri che lo avevano preceduto, come Giotto. Il talento di Michelangelo spicca e lui ne è consapevole, tanto che dopo un anno – anzichè i tre previsti – lascia la bottega per il Giardino di San Marco, come racconta Focus. Si tratta di un’accademia di artisti finanziata dal Signore di Firenze, Lorenzo de Medici. Qui, il giovane Michelangelo scopre la scultura.

 

Il talento di Michelangelo incanta il mondo

Ormai il talento di Michelangelo è noto alla famiglia più potente di Firenze, nota anche per essere mecenate di alcuni grani artisti. Sono i medici a dare al giovane i primi lavori, intorno al 1490. Alcuni anni dopo, però, Lorenzo de Medici muore e la situazione politica fiorentina si complica. Michelangelo decide allora di coltivare il proprio talento lontano dalla Toscana. Inizia così un lungo peregrinare che lo porta a Venezia e a Bologna. Ma è a Roma che il talento di Michelangelo si trasforma nel riconoscimento di un genio. A Roma gli vengono infatti affidati lavori sempre più importanti, e la voce del talento di Michelangelo si espande fino a fare di lui un artista definitivamente riconosciuto come straordinario scultore.

A questo periodo risalgono ad esempio la Pietà, la statua celeberrima in cui la Madonna regge il corpo morto del Figlio. In questa come nelle altre opere si può ammirare la grande capacità di Michelangelo di  rendere il dettaglio come facendolo emergere dal marmo di Carrara.
Quando, all’inizio del Cinquecento torna a Firenze, il talento di Michelangelo è ormai riconosciuto e il giovane di Chiusi è ormai uno degli artisti che segneranno la storia e daranno forma al Rinascimento. Al punto che il David, scolpito in questi anni, viene ritenuto meritevole di essere messo in Piazza della Signoria.

 

Il talento di Michelangelo al servizio del papa

Nel 1505, il Papa Giulio II richiama Michelangelo a Roma perchè costruisca il monumento funebre del pontefice. Il mausoleo viene completato solo molti anni più tardi, ma nel frattempo Giulio II affida ancora a Michelangelo quella che sarà la manifestazione più monumentale del suo talento: l’affresco della Cappella Sistina. Lo completerà  nel 1534 su mandato del nuovo Papa, Paolo III, dipingendo il celebre Giudizio Universale.

Per Michelangelo è un lavoro ambizioso, per le dimensioni, la complessità di dipingere sulla volta e anche perchè chiamato a cimentarsi con la pittura (soprattutto ad affresco), cui era poco abituato. Inizia nel 1508, e – non senza un enorme sforzo fisico – completa il lavoro dopo cinque anni, dando forma a quel capolavoro che consacra il talento di Michelangelo come uno dei maggiori della storia: anche la sua pittura si rivela innovativa e sconvolgente, gli attira ammirazione e violente critiche.
Ma il talento di Michelangelo è ormai una certezza e quando muore, novantenne, il 18 febbraio 1564 è ormai il genio riconosciuto che ancor oggi ammiriamo.

 


 

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