Lo sport e il talento

vanessa ferrari

Sembra facile asserire che lo sport e il talento vadano di pari passo nel loro cammino. Se esiste un talento specifico in ambito sportivo allora automaticamente si potrebbe pensare che avventurarsi in una carriera di alto livello sia la soluzione più ovvia, verso cui indirizzare la propria vita. Tuttavia come ogni traguardo, anche quello che si prefigge lo sportivo viene raggiunto con una gradualità dettata da ritmi specifici e sacrifici notevoli. La capacità sola non offre alcuna garanzia, poichè sport significa innanzitutto competizione. Sfida verso l’avversario, sia esso qualificabile in una persona fisica, un cronometro, un ostacolo. Sfida versi se stessi. Per superare quei limiti della natura umana che appartengono ugualmente al corpo e alla mente.

Lo sport e il talento, il talento e lo sport, argomenti che, all’interno di questa “materia” si masticano nel quotidiano, soprattutto quando ci si trova di fronte ad una dispersione di quelle qualitá fornite in abbondanza da madre natura.

Talento e sport cosa occorre perché un bene non sfugga di mano

  • Ho odiato ogni minuto di allenamento, diceva Muhammad Ali.  Ma non riunciare, soffrire in quel momento significava poi vivere il resto della vita da campione.
  • Con questi propositi al suo fianco trovava la forza e la motivazione per continuare;
  • l’allenamento di un talento rappresenta forse l’aspetto più aulico ed importante nella sua cura specifica, la preparazione personale;
  • ma, allo stesso tempo, la difficoltà che rischia di far fallire maggiormente, nel proprio obiettivo;
  • perché costringe il corpo a spingersi oltre le possibilità credute proprie;
  • ma le risorse individuali sono invece illimitate ed è la mente, il vero muscolo da allenare;
  • anche chi possiede il talento più fluido e consistente non puó esimersi da tale fase;
  • e l’aspetto psicologico si lega alla resa dello sportivo in maniera indissolubile;
  • sia per quanto riguarda gli sport individuali che per quelli di squadra;
  • che hanno dinamiche tutte particolari;
  • all’interno di una squadra i talenti devono coesistere, al fine di sublimare il valore complessivo e spingere ogni singolo a rendere al meglio;
  • il talento nello sport è tecnica, tattica e resistenza;
  • il talento trova sfogo sia nella qualità che nella quantità;
  • uno sportivo a livelli agonistici non puó prescindere, inoltre, da una vita sana, votata ad incrementare le possibilità date dal talento all’origine;
  • ce lo insegnano i grandi campioni che la concentrazione di ogni briciolo di energia corporale e mentale va fatta convergere nell’obbiettivo perseguito;
  • altrimenti un talento nello sport puó andare anche perduto;
  • e molti casi dimostrano che il talento non è affatto sufficiente, da solo, a garantire una resa ad esso adeguata.

Talenti perduti in ambito sportivo

  • Ci sono tante storie di talenti sportivi perduti lungo la strada;
  • per vari motivi e differenti situazioni;
  • in ogni disciplina;
  • anche se andrebbe analizzato anche il senso stesso di talento sprecato;
  • perché a volte fanno parte di questa categoria anche atleti che comunque hanno raggiunto obiettivi più o meno importanti, non toccando peró quelle vette vertiginose che altri avevano, per loro, precognizato;
  • per questo, ogni caso andrebbe analizzato a parte;
  • perció ci limitiamo a fare alcuni esempi che riassumano più circostanze distinte.

Alcune brevi storie di sport e talento

Atletica

  • Marion Jones era una stella di prima grandezza dell’Atletica Leggera fin dagli esordi;
  • ed era difficile dare torto a chi la vedeva giá sul podio più alto delle Olimpiadi;
  • la sua prorompente fisicità le permetteva di destreggiarsi con il medesimo successo nella corsa veloce come nel salto in lungo, e l’altezza l’avvicinava anche alle vette del Basket professionistico;
  • i pronostici su di lei non sbagliavano dato che l’americana tra il 1997 e il 2003 vinse tutto ciò che era possibile vincere a livello mondiale;
  • prima di ammettere l’uso di sostanze dopanti in occasione della trionfale partecipazione ai giochi Olimpici di Sydney 2000, di veder cancellati gran parte dei risultati ottenuti in carriera e di finire addirittura in carcere.

Calcio

  • Il calcio è lo sport maggiormente seguito in Italia e quest’attenzione estrema che penetra fin dentro la vita privata dei calciatori puó essere talvolta controproducente;
  • o forse giá nelle sue dinamiche, con fiumi di denaro che scorrono senza freni, sono insiti certi germi della disfatta, se non si possiedono nervi saldi, oltre il talento;
  • per questo esistono storie che vengono viste in negativo anche se la carriera che ha contraddistinto tali atleti puó dirsi controversa piuttosto che fallimentare nella sua interezza;
  • prendiamo due grandi promesse come Antonio Cassano e Mario Balottelli che facevano presagire, sin da giovanissimi, sogni di gloria per la nostra Nazionale e si sono invece perduti lungo una carriera tra pochi alti e troppi bassi dovuti ad un carattere difficile;
  • o Adriano fenomenale, per tecnica e fisico, centravanti dell’Inter e della Seleçao brasiliana, che non ha rispettato le previsioni di gloria sul suo conto, prigioniero di una vita alquanto distante da quella necessaria ad un atleta per avere continuità di rendimento.

Tennis

  • Il tennis è uno sport nel quale spesso il talento si trova soffocato dalle pressioni di chi è accanto all’atleta;
  • detentore unico delle chiavi con cui aprire e chiudere una disponibilità ad offrirlo altrimenti inaccesibile;
  • pensiamo alle storie di Andre Agassi spinto dal padre sin da bambino verso la perfezione stilistica (quella che a sua volta lo condusse nel tunnel della droga) o della moglie la leggendaria Steffi Graf cresciuta dal padre in un mondo fatto solo ed esclusivamente di palline gialle da respingere e sudore;
  • Marat Safin, è diventato persino protagonista di un libro, nel quale si narrano  le parabole dei talenti gettati al vento;
  • benchè sia arrivato a vincere due tornei del Grande Slam ed altri prestigiosi allori, non è annoverato tra le leggende del tennis per via di un temperamento troppo focoso e di una vita abbastanza “vissuta”, che lui tuttavia non ha mai rinnegato.

Da qualche parte dietro l’atleta che sei diventato e le ore di allenamento e gli allenatori che ti hanno spinto c’é un bambino che si è innamorato del gioco e non si è mai guardato indietro. Gioca per lui. (Emil Zatopek)

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